giovedì 31 dicembre 2009

The Starman

Disclaimer: questo post e' un raro e disgustoso tentativo dell'autore di parlare di se stesso. Astenersi criticoni e "macchemenefregaamedellavitadiquestoqua, iohoimieicazzi". Io vi ho avvisati.

Da piccolo volevo fare l'astronauta. Tra i miei amici c'era chi voleva fare il poliziotto. Chi il medico. Chi il ladro. Io volevo fare l'astronauta. E non pensavo certo a quanto fosse difficile diventarlo. Il bello dell'essere bambini e' che, appunto, niente appare difficile e perche' una cosa diventi vera basta desiderarla, volerla.

Io volevo diventare astronauta, dicevo, e, difatti, lo ero gia' perche' passavo i pomeriggi dopo scuola sopra l'atlante, a leggere i nomi dei pianeti del sistema solare, le dimensioni, la struttura e la composizione di ciascuno. I favolosi anelli di Saturno. Pian piano cominciai a spingermi oltre, superai la nube di Oort, raggiunsi la stella a noi piu' vicina - dopo il sole ovviamente, Proxima Centauri, e andai ancora piu' in la', dove c'e' silenzio e dove nessun uomo era mai arrivato prima: ai confini della galassia. Nessuno lo sa, ma sono stato il primo essere umano a godere della vista della magnifica via lattea. Prima di ogni astronave. Prima di ogni telescopio. La guardavo. Casa mia, pensavo.

Crescendo, prendevo coraggio e mi spingevo sempre piu' lontano. Saltavo da una stella all'altra e vedevo ogni giorno cose nuove e mai viste prima: ho visto delle stelle nascere, ne ho vista qualcuna morire sotto la propria gravita'. Ho visto stelle innamorarsi e danzare assieme alle loro compagne. Comete, asteroidi. Pianeti gassosi e inabilitabili. Pianeti abitati. Quasar.
Molte altre cose ho visto durante i miei viaggi interstellari.

Poi sono cresciuto. E sono cominciati i problemi. Si perche' viaggiare nello spazio richiede tempo e quando hai responsabilita' e' difficile avere del tempo libero. Allora sono salito sullo space shuttle del teatro [la metafora non e' mia ma di Camilleri]. Quindi mi sono messo a studiare, per capire come costruire
astronavi piu' potenti
e veloci.

Quando sei un astronauta, in un modo o nell'altro finisci per amare gli astri. E la cosa bella sapete qual e'? Che gli astri ti ricambiano. Ti vogliono bene. Ti parlano, ti guidano. Sia ben chiaro, io non credo agli oroscopi, so a malapena quale sia il mio segno zodiacale. Ma ogni volta che un evento speciale accade - una supernova, una eclissi - beh, allora qualcosa di speciale sta per accadermi. Non ci credete? Allora sappiate che del primo bacio a lei era un giorno di luna piena. E oggi, esattamente un giorno prima dei miei 23 anni e' giorno di eclissi di luna. E potrei andare avanti.

Domani e' il primo gennaio 2010 e io avro' 23 anni. Non male. A chi mi chiede cosa ho intenzione di fare nel prossimo futuro, rispondero' con le stesse parole con cui Ray Bradbury chiese a sua moglie di sposarlo:
"I'm going to the moon, I'm going to Mars. [Do you want to come along?]".




Auguri. E buon 2010.



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