sabato 17 ottobre 2009

A normal country

La Svezia, una nazione normale.

Con un'università straordinaria, come sto vedendo in Erasmus, a Linköping.

Tantissimi laboratori, di qualsiasi tipo e per tutti i gusti. Uno con i Lego, l'altro con i modellini funzionanti di aeroplani, un altro con modellini di automobili e piste. E chissà quanti non ne ho ancora visti.



Tantissime aule studio, di quelle serie. Quando decido di studiare non devo impiegare metà della giornata alla ricerca di un posto libero, ce ne sono abbastanza per tutti, persino in periodo d'esami. Se mi serve, posso prendere una stanza di gruppo, insonorizzata, in cui ho a disposizione tutto ciò che può servire al mio gruppo per lavorare bene: lavagna e pennarelli colorati, tavolo enorme, tante sedie, tante prese di corrente.

Tantissime aule lezioni, con lavagne immense, pennarelli a volontà e squadrette da lavagna che nessuno ruba, in cui gentilissimi e disponibilissimi professori fanno lezione. Spiegano mentre bevo il caffé che ho comprato poco prima e magari lo bevono anche loro, tra una frase e l'altra. Sono puntualissimi, danno 15 minuti esatti di pausa ogni ora e non anticipano mai la fine della lezione.



Tantissimi bar, mense, alcuni persino gestiti da studenti. Nelle aule-cucina posso portare il cibo da casa, tagliarlo, riscaldarlo in uno dei tanti microonde che sono presenti. E dovunque, nei corridoi, posso usare stampanti/scanner: nessuna fila, nessuno studente scortese che mi dice che stanno chiudendo.

Tantissime aule computer, a cui potrei accedere persino di notte, grazie alla carta d'identità magnetica riservata agli studenti. Il portale studenti funziona veramente, e organizza ogni piccolo aspetto della carriera universitaria. Ho una casella email funzionanate (in collaborazione con google) attrezzata con gmail, google docs e quant'altro. Posso condividere documenti con qualsiasi collega di cui conosca il nome senza chiedergli alcun contatto.

Tantissime opportunità per rilassarti. Si lavora tanto, ma ci si diverte pure di più. Le feste universitarie (che qui chiamano kravall) sono organizzate autonomamente da studenti dentro l'università stessa, quasi a dire che l'università sa che non sono un robot capace solo di studiare, ma che voglio i miei larghi spazi di vita sociale. L'università me ne dà a tonnellate.



Se facessi la tesi qui, avrei anche fika gratis (cliccate sul link, malpensanti!) a tutte le ore, una minipalestra a disposizione, doccia e persino una stanza con una di quelle sedie da massaggio che costano tanto.

Mi chiedo perché tutto ciò qui sia gratis. È proprio così, non esistono tasse universitarie, devi solo dare 20 Euro annui e vanno alle associazioni studentesche, vere associazioni che funzionano davvero e ti difendono pure quando hai diverbi con i professori. Posso persino avere una licenza studenti di Matlab, Mathematica e Labview, per Windows, Linux o Mac, senza alcun problema.

E mi chiedo se le tasse che pago nella mia di università siano una sorta di compenso per il surplus di disservizi che la stessa mi offre, nelle occasioni più svariate e persino nelle più impensabili.

Qui non è un paradiso, è solo una nazione normale. Svegliamoci, è la nostra a non esserlo.

9 commenti:

  1. Quello che hai scritto sarebbe da segnalare al preside e al rettore. E stare a vedere cosa rispondono.

    Svegliamoci.

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  2. se il paradiso esiste deve essere simile a questa università

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  3. a noi catanesi, abituati a ben altri standard, deve sembrare un paradiso. ma, come dice 4nt0, non è un paradiso. è una nazione normale. siamo noi a non essere normali. :(

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  4. Un altro pianeta... ma pensiamoci un attimo: nella remotissima ipotesi che ci fosse un'università così PUBBLICA qui in Sicilia (ma anche nel resto d'Italia non sarebbe diverso) quanto tempo ci starebbero i civili studenti prima di ridurla un rottame?

    Guardiamo la nostra università, non c'è niente e quel poco che c'è è ridotto in uno stato penoso (dai bagni ai banchetti a tutte le varie attrezzature)

    L'italiano (tutti dallo studente al politico) è ancora come un adolescente o poco meno... dobbiamo MATURARE!

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  5. Un altro mondo, un altro popolo.
    Farne parte, anche se solo per sei mesi, deve essere davvero una bella esperienza !

    Intanto continuo a ripetermi che avevi ragione tu: dovevamo trasferirci lì l'anno scorso.

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  6. @kid_a
    Purtroppo credo che da noi ne siano capitate di ben più gravi e che siano sotto gli occhi di tutti. Non sortirebbe effetto alcuno.

    @Daniele_Ferro @maelstrom
    D'accordissimo.

    @Oli_Wan è parzialmente vero. La nostra immaturità, però, deriva dal fatto che non funziona il meccanismo di incentivi (e disincentivi).

    Qua, anche fuori dall'università esistono regole. Chi non le rispetta, paga. Non esiste il concetto di impunità. Puoi non farti beccare 1000 volte a rubare biciclette (qua i furti di bici sono piuttosto comuni), ma quella volta che ti prendono, non ti graziano.

    Chi sbaglia paga, è un semplice disincentivo a sbagliare, un incentivo a rispettare le regole.

    Chi eccelle viene premiato, è un semplice incentivo a dare il meglio di sè.

    Ecco perché qua le regole vengono rispettate anche dove non c'è un rigido controllo. Un esempio su tutti: una pila di quotidiani. Chi lo vuole comprare lo prende e lascia i soldi. Non lo ruba nessuno, ho visto con i miei occhi.

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  7. Volevo aggiungere che non è tutto rose e fiori. Qualche punto di forza noi lo conserviamo. Soprattutto nel fattore umano, in creatività, nel problem solving. È l'unica cosa che ci fa (parzialmente) restare a galla in ambito scientifico internazionale, credo.

    Ne parlerò nel prossimo post, probabilmente.

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  8. Purtroppo finche` in Italia vivranno gli 'italiani medi' (dal polentone al terrone per intenderci) c'e` ben poco da fare. I bambini prendono esempio dai genitori... e` cosi` che il circolo vizioso si chiude e per quanto noi possiamo essere intenzionati a 'migliorare' ci saranno sempre 'i furbi', basta guardare i nostri colleghi... non credete?
    C'est la vie.

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