lunedì 23 novembre 2009

Ersu Adventures - L'assegnazione parte uno



E' una bella mattina di fine Ottobre, di quelle calde che solo noi siciliani possiamo permetterci; il cielo è sereno, non c'é una nuovola nel raggio di 3423423423 chilometri, gli uccellini cinguettano e l'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno dai be' vermigli fior rinverdisce solo a guardarlo.

Tanto stamattina ci sbrighiamo subito.
Mi volto a guardare il mio collega, gli chiedo di ripetere quello che ha detto, non ho capito bene.
Ma si, stamattina ci sbrighiamo subito, dobbiamo solo fare il versamento e basta.
Per istinto, mi tocco le palle.

Sono le 09.12. Sia io che lui, abbiamo appena prenotato il nostro posto letto [presso la stramaledettissima casa dello studente cittadella] attraverso la futuribile procedura online e adesso stiamo per andare in banca per effettuare il versamento della cauzione sul conto corrente dell'ERSU. Scegliamo la filiale del Monte Paschi del Policlino Universitario, è quella più vicina a casa nostra (e, sopratutto, non c'é mai un cazzo di nessuno).

Entriamo in banca. Non c'é nessuno. Che culo. Allo sportello un tizio che avrà avuto 35 anni al massimo.
Io: Buongiorno, salve. Senta, noi dobbiamo fare un versamento sul conto dell'ERSU Catania come cauzione per il posto letto. Il codice dell'ERSU è il 76.
Tizio: Ah... si. Cosa dovete fare?

Nubi nefaste si addensano all'orizzonte.

Io: Si, dicevo devo fare un versamento sul conto dell'ERSU [per cui Monte Paschi Siena fa da tesoriere] perché ho prenotato il posto letto presso una casa dello studente e, prima di potermelo fare assegnare devo pagare una cauzione.
Tizio: Ah... e avete il numero del conto su cui fare versamento?
Io: No, ma... se fate da tesorieri per l'ERSU credo che voi dobbiate sapere quale sia il conto dell'ERSU.
Tizio: No, ragazzi, dovete sapere qual è il numero di conto, altrimenti non posso fare il versamento.

Le nubi si avvicinano. Il tizio mi ha liquidato in tre secondi. Non mi ha lasciato proferire verbo. E' come quando parli con un deficiente che dice cose deficienti e non sai cosa rispondere. Lui, nel frattempo, alla faccia di Brunetta ha abbandonato il posto di lavoro, forte della sua panza e del fatto che lavora nell'unica filiale di banca al mondo dove entrano 0.0041 persone/ora, se ne va fuori a fumarsi una sigaretta. Lui può. E ci lascia lì. A imprecare in islandese antico.

Prendo il telefonino. Chiamo qualcuno che possa collegarsi a internet per prendermi il fottuto numero di conto dell'ERSU. Compongo numeri in serie. Occupato. Non prende. Irraggiungibile. Cazzo. Quando ho ormai esaurito la rubrica (e anche i Santi a cui chiedere aiuto) quando sto per decidere la ritirata (con la coda fra le gambe), risponde, finalmente LUI. Il mio Salvatore. Direttamente dal muto orto solingo.

Nel frattempo il Tizio ha finito la sigaretta e tenta disperatamente di rientrare in banca forzando la porta scorrevole noncurante della deliziosa vocina che gli dice che per entrare in banca devi piazzare il tuo maledettissimo dito indice sul maledettissimo scanner di impronte digitali e che le tue impronte digitali saranno conservate da Monte Paschi onde prevenire eventi criminosi e similia. Ha fretta, il Tizio. Una volta dentro si mette persino a correre. Per non farci aspettare, dirai tu, caro lettore.
Col cazzo. Si infila veloce nella toilette. La sigaretta deve aver fatto effetto.

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